Nel 1995 il biologo americano
Gene Brewer esordisce come scrittore con il romanzo
K-PAX. La classificazione di un genere non è immediata. La vicenda ruota intorno a uno psichiatra che si ritrova a dover curare un paziente che afferma di essere l'alieno
prot, proveniente dal pianeta K-PAX, con una civiltà utopica che, tra le altre cose, conferisce solo ai corpi celesti l'onore del "maiuscolo" (ecco perché il nome del protagonista è sempre in minuscolo). L'analisi dello specialista porta a galla la storia di Robert Porter, un uomo traumatizzato dalla morte della sua famiglia che si è apparentemente rifugiato nella fantasia del suo amico extraterrestre. Tutto sembrerebbe rientrare nella normalità, senonché il dubbio permane nella mente del lettore:
prot (in Italia ribattezzato "trob" per non meglio specificabili motivi) è sensibile alla luce ultravioletta, dimostra di avere nozioni ignote di astronomia e fa venire il sospetto di saper parlare con gli animali. Ciliegina finale: quando l'alieno "riparte" (ovvero, il suo alter ego Robert entra in uno stato di catalessi), un'altra paziente scompare insieme a lui, misteriosamente. L'ha portata con sé su K-PAX, come aveva più volte preannunciato? L'autore lascia decidere al lettore se il romanzo sia di fantascienza o no?
Nel 2001 il romanzo, pubblicato in Italia da
Baldini&Castoldi, ormai fuori catalogo, è stato la base di un
film con protagonisti Kevin Spacey, nel ruolo di Robert/prot, e Jeff Bridges, nei panni dello psichiatra Mark Powell. La pellicola traspone fedelmente la trama e lo spirito del libro. Entrambi, però, non ricevono il successo che meritano, nel nostro paese. Per questo gli editori nostrani non si sono cimentati nella pubblicazione del seguito della saga.
Sì, perché a "K-PAX" hanno fatto seguito tre romanzi, traducibili come "Su un raggio di luce", "I mondi di prot" e "Un nuovo visitatore dalla costellazione della Lira".
Dal momento che queste opere rimarranno inedite a tempo indeterminato, abbiamo letto per voi
"On a beam of light", il secondo capitolo della saga di prot.
Brewer riprende lo schema fondante del lavoro precedente: ogni capitolo è dedicato ad una seduta tra Powell e prot, corredata da tutti gli eventi che concorrono ad ogni incontro. La narrazione riprende un lustro dopo dove era stata interrotta: quando prot era "scomparso" dal Manhattan Psichiatric Institute, aveva preannunciato che sarebbe tornato cinque anni più tardi. Poco tempo prima del termine, l'attesa si fa spasmodica. Puntuale come un orologio, Robert Porter esce dal suo stato catatonico per dare voce al suo alter ego alieno.
Come nella precedente esperienza, la sua presenza provoca un certo scalpore, maggiore che in passato. prot, da buon alieno proveniente da una civiltà superiore, ha un approccio diverso al mondo terrestre e, in particolare, al microcosmo dell'istituto psichiatrico in cui si trova (volontariamente?) recluso. I suoi interventi riescono a far migliorare lo stato di salute dei suoi colleghi internati in un batter d'occhio, superando gli sforzi di anni degli specialisti del luogo, Mark Powell compreso. Centinaia di persone hanno saputo del suo precedente "passaggio" e desiderano mettersi in contatto con lui, soprattutto per chiedergli di portar loro con sé su K-PAX. Scienziati di ogni campo chiedono colloqui con il paziente, che dimostra ancora una volta di essere un discreto
idiot savant, di avere un innaturale feeling con gli animali... e, incredibilmente, in diretta televisiva, sembra dimostrare di poter viaggiare davvero alla velocità della luce! prot infatti ha sempre dichiarato di poter viaggiare sui raggi di luce - da cui il titolo del libro. Le prove a sostegno della sua natura extra-terrestre, pur tra mille dubbi, aumentano; eppure, parallelamente, le ricerche dello scettico dottor Powell sembrano smentire tutto. La psiche ferita di Robert Porter rivela ferite sempre più profonde, un disturbo della personalità ancora più accentuato di quello diagnosticato in precedenza.
Dove sta la verità? Anche per questo episodio, l'autore ci lascia nel dubbio. La spiegazione paranormale è che prot riesca a vivere in simbiosi con il suo amico terrestre e a lasciare il suo corpo a piacimento. In realtà, tutto porta a credere che prot sia solo un parto della mente malata di Robert. Ma come si spiegano le sue doti innaturali e le sue peculiarità? Forse il predominio della mente umana sul corpo arriva fino a tanto?
A corredo della trama principale, Gene Brewer caratterizza un intenso brulicare di personaggi intorno alle figure dei protagonisti, tra i dottori e i pazienti dell'istituto e i parenti di Mark Powell, mostrandoci come un "malato di mente" riesca a sconvolgere, in positivo, la vita di tante persone che lo circondano, indirettamente o meno.
Per concludere, il vero fascino della saga risiede probabilmente nelle esternazioni di prot. Esprimendo un punto di vista esterno alla Terra, tramite la sua voce l'autore riesce a mettere in discussione tutto il nostro sistema, in maniera satirica e molto pungente. Il lettore è costretto a rivedere il proprio mondo da un altro punto di vista inedito. Forse, se tutti leggessero le pagine di Gene Brewer, qualcosa potrebbe davvero cambiare...?
Per chi fosse interessato, ulteriori informazioni possono essere trovate sul
sito ufficiale dell'autore, mentre i libri della saga possono essere acquistati nei negozi on-line.